mercoledì 30 maggio 2012

Che sintomi ha la felicità?

Prendendo spunto da una frase tratta dalla canzone di Jovanotti ("Mi fido di te"), è ormai da un paio di giorni che questo interrogativo continua a ronzarmi nella testa!!!
Vivendo in un'epoca fatta tutta di immagini, di gente che corre a destra e a manca - sempre oberata da mille impegni lavorativi e non - di involucri emotivi labilissimi, fatti di apparenza e materialismo....mi domando, oggi, che sintomi ha la felicità???
Eh, già...parlo di sintomi e di felicità messi assieme, di due termini che paradossalmente sembrerebbero l'uno l'opposto dell'altro; ci si aspetta, infatti, che una persona felice non possa mai e poi mai lamentare dei sintomi (emotivi, perlomeno)...ma, nel tempo in cui viviamo, forse la felicità si maschera anch'essa - come noi comuni mortali - e si diverte a travestirsi e nascondersi e fondersi e forse, anche a mutare la sua forma, diventando una felicità per così dire "malata"!!!
Oggi, nella mia vita - che tanti forse non stenterebbero a definire "fuori moda" - mi rendo conto che ci sono molte, moltissime persone che inseguono un particolare e, a mio avviso opinabile, tipo di felicità...una felicità che và a braccetto col lusso, con belle macchine dai motori rombanti - su cui molti uomini (forse poco dotati sessualmente???) riescono finalmente a sentirsi compensati e soddisfatti - una felicità fatta di tette rifatte, di visi plastificati, di serate super glamour....una felicità in cui non sembrano più contare la profondità del rapporto con gli altri, la qualità delle relazioni interne ed esterne...ma in cui a fare da padrone è l'assoluto ed incessante desiderio di APPARIRE.
L'era di facebook, dopotutto, ne è la prova lampante....quante "amicizie" che si stringono sulla rete ogni giorno, quanta gente ama - o forse necessità - mettersi in mostra, narrare, attraverso le pose sexy o carismatiche che li ritraggono, un proprio modo di essere, di esistere...eh sì, forse alla base di tutto, c'è quel forte bisogno, di ognuno di noi, di sentirsi esistere....e fin qui, chi può criticare nessuno!!! Ma mi chiedo perché, per sentirci esistere, oggi, abbiamo questo impellente bisogno di essere visti dagli altri, di esporci al curioso sguardo altrui, in un modo così esasperato!?!
Capisco benissimo che, parafrasando John Donne, "nessun uomo è un'isola" e che, dunque, nessuna persona può "nascere" senza relazionarsi con gli altri, che non può esistere vita - fisica o psichica - se non all'interno delle relazioni con gli altri, con coloro che ci danno la prova della nostra esistenza....ma forse, nella nostra società odierna, si sta assistendo ad un'esagerazione di tutto ciò, che conduce lentamente ad uno svuotamento di quella che è la ragion d'essere delle relazioni umane e cioè, la qualità e la profondità dei rapporti, dello scambio emotivo, di quella linfa vitale che ci ossigena e ci rende felici........veramente felici!!!
Di che tipo di felicità si può parlare, se le relazioni, oggigiorno, si fanno sempre più effimere, sempre più virtuali? Che genere di felicità può mai scaturire da amicizie nate attraverso il monitor di un pc?
Nella mia mente, queste domande rimangono lì, a fluttuare tra un sempre più profondo senso di smarrimento e disadattamento.

venerdì 8 aprile 2011

Essere Younicef



Diritti umani, pace, rispetto dell'ambiente e delle diversità sono i valori fondanti di Younicef, il movimento dei giovani volontari dell'UNICEF Italia.
Per saperne di più visita il sito http://www.unicef.it/web/younicef/

Buona Visione!!!

domenica 9 maggio 2010

...è quasi mezzanotte ormai ed io non riesco a dormire!
Penso alla mia vita trascorsa fino ad ora, penso che forse non mi sono mai data la giusta importanza, penso che probabilmente mi sono trascurata, sì ho trascurato i miei sogni, le mie ambizioni, i miei obiettivi...e tutto per stare vicino alle persone che amo, per paura di lasciarle sole o forse ancor di più per paura di sentirmi io stessa sola!!!
Penso che ho rinunciato a tante cose, senza che comunque nessuno me lo abbia mai chiesto apertamente, ma semplicemente perché io stessa non ho avuto il coraggio di trovare la mia strada, perché in realtà non l'ho nemmeno cercata.
Mi sono inabissata in una quotidianità sempre uguale, in cui ho cercato solo di fare quelle cose che mi avrebbero consentito di rimanere vicino alla mia famiglia e al mio ragazzo...così le mie giornate sono trascorse sempre uguali, calme, tranquille...mentre dentro di me urlava una voce d'indipendenza e autonomia, che per tanto, troppo tempo, ho messo a tacere.
Adesso, mentre la notte avvolge di buio e di mistero ogni cosa là fuori, una luce dentro di me illumina i miei timidi pensieri, così come fanno i riflettori del teatro con l'attore che, una volta alzato il sipario ed oscurati gli spettatori, s'appresta a recitare il suo monologo.
E riscopro quell'eterna e infantile curiosità verso le cose del mondo, verso la gente, verso le piccole gioie e le grandi vere ricchezze della vita, verso le altre culture, verso ciò che è diverso da me e sento qualcosa di forte che mi spinge ad andare lontano, lontano dalla mia realtà, lontano dai miei affetti, lontano dalla mia casa, da quei luoghi così conosciuti, così familiari e sicuri da poter diventare una prigione soffocante per la mia anima.
Voglio poter contare solo su me stessa, voglio poter trovare dentro di me e soltanto dentro di me, tutto ciò di cui ho bisogno, tutto ciò che mi è necessario, senza doverlo cercare negli altri....non per presunzione o per megalomania...ma perché mi serve per crescere come persona, per diventare matura ed autonoma...in quanto, per come sono fatta io, finirei per dipendere sempre dagli altri, per cullarmi dentro un'esistenza monotona e routinaria, stagnandomi in una vita accondiscendente e remissiva.
Le mie relazioni con gli altri, con gli "altri importanti" della mia vita, finiscono quasi sempre col diventare soffocanti a causa mia, delle mie angosce abbandoniche, delle mie mille insicurezze...mi lego morbosamente ad una persona, nutrendo infiniti timori di essere lasciata da sola, di essere abbandonata e trascurata...finisco per non avere più una vita mia e vivo solo in funzione dell'altro. Ogni scelta, ogni pensiero ed ogni azione vengono fatti solo per soddisfare la mia necessità di vicinanza all'altro...annullandomi totalmente.
Beh, naturalmente mi rendo conto che questa situazione non è affatto normale e nuoce agli altri che mi stanno accanto, perché non è facile sopportarmi così, ma nuoce anche e soprattutto a me, perché così divento schiava di me stessa.
Ma se sono quì questa notte, a raccontarmi, è perché comunque qualcosa dentro di me sta cambiando...già da qualche tempo, nella mia mente vaga il desiderio di una svolta...l'idea nasce anche da una mia grande passione, quella per i viaggi e le culture diverse...il desiderio in questione sarebbe un viaggio all'estero, organizzato da una Onlus, con la finalità di svolgere attività di volontariato in paesi in via di sviluppo. Sarebbe proprio una grande occasione per fare del bene...bene alle comunità di paesi bisognosi e bene anche me stessa!!!
Adesso il passo successivo rimane solo quello di concretizzare il desiderio e renderlo realtà............e la scelta tocca solo a me!!!